lunedì 28 febbraio 2011

Fabrizio De Andrè - Via del campo

VIA DEL CAMPO
Fabrizio De André

intro

e--5--7-8-10--8-10-12--10-12-15--13-10-8--7-5-4-2-4-5--
b------------------------------------------------------

arpeggiato

            LA-         MI7    LA-
Via del Campo c'è una graziosa
             DO     FA       SOL
gli occhi grandi color di foglia
       DO        FA     DO
tutta notte sta sulla soglia
            RE-      MI7   LA-
vende a tutti la stessa rosa

            LA-         MI7    LA-
Via del Campo c'è una bambina,
             DO     FA       SOL
con le labbra color rugiada,
       DO        FA     DO
gli occhi grigi come la strada
            RE-      MI7   LA-
nascon fiori dove cammina.

fine arpeggio

Via del Campo c'è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano
E ti sembra di andare lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo lì al primo piano

LA- MI7 LA- DO FA SOL DO FA DO RE- MI7 LA-

arpeggiato

Via del Campo ci va un illuso
a pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a quando il balcone è chiuso
Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente

dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior

dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.

Fabrizio De Andrè - La guerra di Piero

LA GUERRA DI PIERO
Fabrizio De André



Re-     La7                     Re-           Sol-      Do7       Fa
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano
             La7                  Re-          Sol-     La7   Re-
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.
            La7             Re-                Sol-                Re-
"Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati,
              Do7           Fa               La7            Re-
non piu' i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente".
        La7             Re-              Sol-             Re-        Do7
Cosi' dicevi ed era d'Inverno e come gli altri, verso l'inferno te ne vai
triste
         Fa                    La7              Re-
come chi deve ed il vento ti sputa in faccia la neve.

         La7             Re-                Sol-       Do7           Fa
Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po' addosso,
                 La7                Re-              Sol-          La7 Re-
dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio
una croce.
              La7                   Re-            Sol-              Re-
Ma tu non lo udisti ed il tempo passava con le stagioni a passo di "java"
       Do7                    Fa               La7          Re-
ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di Primavera.
             La7                  Re-              Sol-                Re-
E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle
                   Do7            Fa           La7                Re-
che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore.

          La7            Re-           Sol-      Do7     Fa
Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora,
           La7               Re-              Sol-       La7         Re-
fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue.
            La7                  Re-               Sol-             Re-
"E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avra' per morire,
              Do7               Fa               La7                  Re-
ma il tempo a me restera' per vedere, vedere gli occhi d'un uomo che muore".
             La7            Re-           Sol-                Re-
E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede, ha paura
           Do7                        La7            Re-
ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia.

          La7               Re-             Sol-        Do7    Fa
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
             La7               Re-               Sol-     La7      Re-
che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato.
          La7               Re-             Sol-        Do7    Fa
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
           La7                Re-             Sol-   La7    Re-
che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno.
        La7             Re-              Sol-             Re-
"Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto, troppo coraggio.
        Do7                 Fa                La7               Re-
Ninetta bella diritto all'Inferno avrei preferito andarci in Inverno".

             La7                 Re-           Sol-                Re-
E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile,
           Do7              Fa             La7                    Re-
dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole.
Re-     La7                     Re-           Sol-      Do7       Fa
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano
             La7                  Re-          Sol-     La7   Re-
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.

Fabrizio De Andrè - La canzone di marinella

[Am]Questa di Marinella è la storia [Dm]vera
[G]che scivolò nel fiume a prima[C]ve[Am]ra
[A7]ma il vento che la vide cosi [Dm]bella
[Dm6]dal fiume la por[Am]tò sopra una [E7]stel[Am]la.

Sola senza il ricordo di un do[Dm]lore
[E7]vivevi senza il sogno di un [Am]amore
[A7]ma un re senza corona e senza [Dm]scorta
[Dm6]bussò tre volte un [Am]giorno alla tua [E7]por[Am]ta.[G7]

[Cm]Bianco come la luna il suo cap[Fm]pello,
[Bb7]come l'amore rosso il suo man[Eb]tel[Cm]lo,
[C7]tu lo seguisti senza una ra[Fm]gione
[Fm6]come un ragazzo [Cm]segue un aqui[G7]lo[Cm]ne.[E7]

E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani sui tuoi fianchi.

Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle.

Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi

e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta.

[Am]Questa è la tua canzone Mari[Dm]nella
[G7]che sei volata in cielo su una [C]stel[Am]la
[A7]e come tutte le più belle [Dm]cose
[Dm6]vivesti solo un [Am]giorno, come le [E7]ro[Am]se.
[A7]E come tutte le più belle [Dm]co[Dm6]se
vivesti solo un [Am]giorno, come le [E7]ro[Am]se.

Fabrizio De Andrè - Il testamento

Il testamento 

Do-                                    Fa#  Do-
Fa# 
Quando la morte mi chiamera', forse qualcuno protestera' 

Do-         La#               Re#                   Sol7
Do- 
dopo aver letto nel testamento quel che gli lascio in eredita', 

             Fa-                       Do-                    Sol7
Do 
non maleditemi non serve a niente tanto all'Inferno ci sono gia'. 

             Sol7            Do                    Fa
Do 
Ai protettori delle battone, lascio un impiego da ragioniere, 

                 La7                 Re-                  Si7
Mi- 
perche' provetti nel loro mestiere rendano edotta la popolazione, 

           Fa            Do                Sol7                   Do 
ad ogni fine di settimana sopra la rendita di una puttana, 

           Fa            Do                 Sol7                   Do 
ad ogni fine di settimana sopra la rendita di una puttana. 

             Sol7                   Do                Fa
Do 
Voglio lasciare a Biancamaria, che se ne frega della decenza, 

           La7                Re-                     Si7
Mi- 
un attestato di benemerenza che al matrimonio le spiani la via, 

                 Fa                       Do                 Sol7
Do 
con tanti auguri per chi c'e' caduto, di conservarsi felice e cornuto,


                 Fa                       Do                 Sol7
Do 
con tanti auguri per chi c'e' caduto, di conservarsi felice e cornuto.

  

Sorella Morte lasciami il tempo, di terminare il mio testamento, 
lasciami il tempo di salutare, di riverire, di ringraziare, 
tutti gli artefici del girotondo intorno al letto d'un moribondo. 
Signor Becchino mi ascolti un poco, il suo lavoro a tutti non piace, 
non lo consideran tanto un bel gioco coprir di terra chi riposa in
pace 
ed e' per questo che io mi onoro nel consegnarle la vanga d'oro, 
ed e' per questo che io mi onoro nel consegnarle la vanga d'oro. 
Per quella candida vecchia contessa, che non si smuove piu' dal mio
letto 
per estirparmi l'insana promessa di riservarle i miei numeri al lotto,

non vedo l'ora d'andar fra i dannati per riferirglieli tutti
sbagliati, 
non vedo l'ora d'andar fra i dannati per riferirglieli tutti
sbagliati. 

Quando la morte mi chiedera' di restituirle la liberta', 
forse una lacrima, forse una sola sulla mia tomba si spendera'. 
Forse un sorriso, forse uno solo dal mio ricordo germogliera'. 
Se dalla carne mia gia' corrosa, dove il mio cuore ha battuto il tempo

dovesse nascere un giorno una rosa la do' alla dona che mi offri' il
suo pianto. 
Per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d'amore, 
per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d'amore. 
A te che fosti la piu' contesa, la cortigiana che non si da' a tutti 
ed ora all'angolo di quella chiesa offri le immagini ai belli ed ai
brutti, 
lascio le note di questa canzone, canto il dolore della tua illusione,

a te che sei, per tirare avanti, costretta a vendere cristo ed i
Santi. 

Quando la morte mi chiamera', nessuno al mondo si accorgera' 
che un uomo e' morto senza parlare, senza sapere la verita'. 
Che un uomo e' morto senza pregare fuggendo il peso della pieta'. 
Cari fratelli dell'altra sponda cantammo in coro giu' sulla terra, 
amammo in cento l'identica donna, partimmo in mille per la stessa
guerra, 
questo ricordo non vi consoli, quando si muore si muore soli, 
questo ricordo non vi consoli, quando si muore si muore soli. 


Fabrizio De Andrè - Il Pescatore

Il pescatore  (F.De Andrè)
                 RE    LA   RE
All’ombra dell’ultimo sole,
                SOL               RE
s’era assopito un pescatore
                  SOL   LA       RE
e aveva un solco lungo il viso,
SOL            RE    LA    RE
come una specie di sorriso

Venne alla spiaggia un assassino,
gli occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura,
eran gli specchi di un’avventura.
       SOL              RE
Laralalla  la la la la
       LA              RE
laralallalla  la la la
          SOL  LA   RE
laralalla   la la la la
SOL   RE       LA   RE
laralalla     la la la la
(SOL RE LA RE SOL RE)

      (LA)
E chiese al vecchio: ”Dammi il pane,
ho poco tempo e troppa fame”,
e chiese al vecchio: “Dammi il vino,
ho sete sono un assassino”

Gli occhi dischiuse il vecchi al giorno,
non si guardò neppure intorno,
ma versò il vino e spezzò il pane,
per chi diceva ho sete, ho fame.

E fu il calore di un momento,
poi via di nuovo verso il vento.
Davanti agli occhi ancora il sole,
dietro le spalle un pescatore.

Dietro le spalle un pescatore,
e la memoria è già dolore,
è già il rimpianto di un aprile,
giocato all’ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi,
vennero in sella con le armi,
e chiesero al vecchio se li vicino,
fosse passato un assassino.

Ma all’ombra dell’ultimo sole,
s’era assopito un pescatore,
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Fabrizio De Andrè - Il Bombarolo

IL BOMBAROLO

   RE-                     DO             RE-
Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro
                            DO           SOL
non sa con quanto amore mi dedico al tritolo
              LA        SOL         FA
e' quasi indipendente ancora poche ore
         LA-                   MI7  LA7
poi gli daro' la voce il detonatore
   RE-                     DO          RE- 
Il mio pinocchio fragile parente artigianale
                         DO        FA
di ordigni costruiti su scala industriale
   DO           FA           DO          SIb
di me non fara' mai un cavaliere del lavoro
          RE-        DO             RE-
io son d'un altra razza, son bombarolo

Nel scendere le scale ci metto piu' attenzione
sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone
proprio nel giorno in cui la decisione e' mia
sulla condanna a morte o l'amnistia
Per strada tante facce non hanno un bel colore
qui chi non terrorizza si ammal di terrore
c'e' chi aspetta la pioggia per non piangere da solo
io son d'un altro avviso, son bombarolo
Intellettuali d'oggi idioti di domani
ridatemi il cervello che basta alle mie mani
profeti molto acrobati della rivoluzione
oggi faro' da me senza lezione
Vi scovero' i nemici per voi cosi' distanti
e dopo averli uccisi saro' fra i latitanti
ma finche' li cerco io i latitanti sono loro
ho scelto un'altra scuola, son bombarolo
Potere troppe volte delegato ad altre mani
sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani
io vengo a restituirti un po' del tuo terrore
del tuo disordine, del tuo rumore
Cosi' pensava forte un trentenne disperato
se non del tutto giusto quasi niente sbagliato
cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo
insomma il posto degno d'un bombarolo
C'e' chi lo vide ridere davanti al Parlamento
aspettando l'esplosione che provasse il suo talento
c'e' chi lo vide piangere un torrente di vocali
vedendo esplodere un chiosco di giornali
Ma cio' che lo feri' profondamente nell'orgoglio
fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio
lontana dal ridicolo in cui lo lascio' solo
ma in prima pagina col bombarolo

Fabrizio De Andrè - Giovanna D'Arco

Giovanna d'Arco
F. De Andrè- L. Cohen - 1972

sol             re
   Attraverso il buio Giovanna d'Arco
   do                            sol
precedeva le fiamme cavalcando,
               la                       re
nessuna luna per la sua corazza
              la                          sol                        re
re7
nessun uomo nella sua fumosa notte al suo fianco.
"Della guerra sono stanca ormai
al lavoro di un tempo tornerei,
a un vestito da sposa o qualcosa di bianco,
per nascondere questa mia vocazione
                            re       re
al trionfo ed al pianto"
re                                       re/re/re/la-/do/sol/re/sol
la la la
re
la la la
re                  la-
la la la la la la
                     do
la la la la la la
                     sol  re
la la la la la la
                       sol
la la la la la la

"Son parole le tue che volevo ascoltare
ti ho spiata ogni giorno cavalcare,
e a sentirti così ora so cosa voglio:
vincere un'eroina così fredda
abbracciarne l'orgoglio"
"E chi sei tu" lei disse divertendosi al gioco,
"chi sei tu che mi parli così senza riguardo"
"Veramente stai parlando col fuoco
e amo la tua solitudine, amo il tuo sguardo"

"E se tu sei il fuoco, raffreddati un poco
le tue mani ora avranno da tenere qualcosa"
e tacendo gli si arrampicò dentro
ad offrirgli il suo modo migliore di essere sposa.
E  nel profondo del suo cuore rovente
lui prese ad avvolgere Giovanna d'Arco
e là in alto e davanti alla gente,
lui appese le ceneri inutili del suo abito bianco.

E fu dal profondo del suo cuore rovente
che lui prese Giovanna e la colpì nel segno
e lei capì chiaramente
che se lui era il fuoco lei doveva essere il legno.
Ho visto la smorfia del suo dolore
ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante,
anche io vorrei luce ed amore
ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante.