VIA DEL CAMPO
Fabrizio De André
intro
e--5--7-8-10--8-10-12--10-12-15--13-10-8--7-5-4-2-4-5--
b------------------------------------------------------
arpeggiato
LA- MI7 LA-
Via del Campo c'è una graziosa
DO FA SOL
gli occhi grandi color di foglia
DO FA DO
tutta notte sta sulla soglia
RE- MI7 LA-
vende a tutti la stessa rosa
LA- MI7 LA-
Via del Campo c'è una bambina,
DO FA SOL
con le labbra color rugiada,
DO FA DO
gli occhi grigi come la strada
RE- MI7 LA-
nascon fiori dove cammina.
fine arpeggio
Via del Campo c'è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano
E ti sembra di andare lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo lì al primo piano
LA- MI7 LA- DO FA SOL DO FA DO RE- MI7 LA-
arpeggiato
Via del Campo ci va un illuso
a pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a quando il balcone è chiuso
Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.
spartiti
lunedì 28 febbraio 2011
Fabrizio De Andrè - Via del campo
Fabrizio De Andrè - La guerra di Piero
LA GUERRA DI PIERO
Fabrizio De André
Re- La7 Re- Sol- Do7 Fa
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano
La7 Re- Sol- La7 Re-
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.
La7 Re- Sol- Re-
"Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati,
Do7 Fa La7 Re-
non piu' i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente".
La7 Re- Sol- Re- Do7
Cosi' dicevi ed era d'Inverno e come gli altri, verso l'inferno te ne vai
triste
Fa La7 Re-
come chi deve ed il vento ti sputa in faccia la neve.
La7 Re- Sol- Do7 Fa
Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po' addosso,
La7 Re- Sol- La7 Re-
dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio
una croce.
La7 Re- Sol- Re-
Ma tu non lo udisti ed il tempo passava con le stagioni a passo di "java"
Do7 Fa La7 Re-
ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di Primavera.
La7 Re- Sol- Re-
E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle
Do7 Fa La7 Re-
che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore.
La7 Re- Sol- Do7 Fa
Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora,
La7 Re- Sol- La7 Re-
fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue.
La7 Re- Sol- Re-
"E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avra' per morire,
Do7 Fa La7 Re-
ma il tempo a me restera' per vedere, vedere gli occhi d'un uomo che muore".
La7 Re- Sol- Re-
E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede, ha paura
Do7 La7 Re-
ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia.
La7 Re- Sol- Do7 Fa
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
La7 Re- Sol- La7 Re-
che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato.
La7 Re- Sol- Do7 Fa
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
La7 Re- Sol- La7 Re-
che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno.
La7 Re- Sol- Re-
"Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto, troppo coraggio.
Do7 Fa La7 Re-
Ninetta bella diritto all'Inferno avrei preferito andarci in Inverno".
La7 Re- Sol- Re-
E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile,
Do7 Fa La7 Re-
dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole.
Re- La7 Re- Sol- Do7 Fa
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano
La7 Re- Sol- La7 Re-
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.
Fabrizio De André
Re- La7 Re- Sol- Do7 Fa
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano
La7 Re- Sol- La7 Re-
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.
La7 Re- Sol- Re-
"Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati,
Do7 Fa La7 Re-
non piu' i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente".
La7 Re- Sol- Re- Do7
Cosi' dicevi ed era d'Inverno e come gli altri, verso l'inferno te ne vai
triste
Fa La7 Re-
come chi deve ed il vento ti sputa in faccia la neve.
La7 Re- Sol- Do7 Fa
Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po' addosso,
La7 Re- Sol- La7 Re-
dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio
una croce.
La7 Re- Sol- Re-
Ma tu non lo udisti ed il tempo passava con le stagioni a passo di "java"
Do7 Fa La7 Re-
ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di Primavera.
La7 Re- Sol- Re-
E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle
Do7 Fa La7 Re-
che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore.
La7 Re- Sol- Do7 Fa
Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora,
La7 Re- Sol- La7 Re-
fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue.
La7 Re- Sol- Re-
"E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avra' per morire,
Do7 Fa La7 Re-
ma il tempo a me restera' per vedere, vedere gli occhi d'un uomo che muore".
La7 Re- Sol- Re-
E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede, ha paura
Do7 La7 Re-
ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia.
La7 Re- Sol- Do7 Fa
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
La7 Re- Sol- La7 Re-
che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato.
La7 Re- Sol- Do7 Fa
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
La7 Re- Sol- La7 Re-
che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno.
La7 Re- Sol- Re-
"Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto, troppo coraggio.
Do7 Fa La7 Re-
Ninetta bella diritto all'Inferno avrei preferito andarci in Inverno".
La7 Re- Sol- Re-
E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile,
Do7 Fa La7 Re-
dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole.
Re- La7 Re- Sol- Do7 Fa
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano
La7 Re- Sol- La7 Re-
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.
Fabrizio De Andrè - La canzone di marinella
[Am]Questa di Marinella è la storia [Dm]vera
[G]che scivolò nel fiume a prima[C]ve[Am]ra
[A7]ma il vento che la vide cosi [Dm]bella
[Dm6]dal fiume la por[Am]tò sopra una [E7]stel[Am]la.
Sola senza il ricordo di un do[Dm]lore
[E7]vivevi senza il sogno di un [Am]amore
[A7]ma un re senza corona e senza [Dm]scorta
[Dm6]bussò tre volte un [Am]giorno alla tua [E7]por[Am]ta.[G7]
[Cm]Bianco come la luna il suo cap[Fm]pello,
[Bb7]come l'amore rosso il suo man[Eb]tel[Cm]lo,
[C7]tu lo seguisti senza una ra[Fm]gione
[Fm6]come un ragazzo [Cm]segue un aqui[G7]lo[Cm]ne.[E7]
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani sui tuoi fianchi.
Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle.
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta.
[Am]Questa è la tua canzone Mari[Dm]nella
[G7]che sei volata in cielo su una [C]stel[Am]la
[A7]e come tutte le più belle [Dm]cose
[Dm6]vivesti solo un [Am]giorno, come le [E7]ro[Am]se.
[A7]E come tutte le più belle [Dm]co[Dm6]se
vivesti solo un [Am]giorno, come le [E7]ro[Am]se.
[G]che scivolò nel fiume a prima[C]ve[Am]ra
[A7]ma il vento che la vide cosi [Dm]bella
[Dm6]dal fiume la por[Am]tò sopra una [E7]stel[Am]la.
Sola senza il ricordo di un do[Dm]lore
[E7]vivevi senza il sogno di un [Am]amore
[A7]ma un re senza corona e senza [Dm]scorta
[Dm6]bussò tre volte un [Am]giorno alla tua [E7]por[Am]ta.[G7]
[Cm]Bianco come la luna il suo cap[Fm]pello,
[Bb7]come l'amore rosso il suo man[Eb]tel[Cm]lo,
[C7]tu lo seguisti senza una ra[Fm]gione
[Fm6]come un ragazzo [Cm]segue un aqui[G7]lo[Cm]ne.[E7]
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani sui tuoi fianchi.
Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle.
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta.
[Am]Questa è la tua canzone Mari[Dm]nella
[G7]che sei volata in cielo su una [C]stel[Am]la
[A7]e come tutte le più belle [Dm]cose
[Dm6]vivesti solo un [Am]giorno, come le [E7]ro[Am]se.
[A7]E come tutte le più belle [Dm]co[Dm6]se
vivesti solo un [Am]giorno, come le [E7]ro[Am]se.
Fabrizio De Andrè - Il testamento
Il testamento Do- Fa# Do- Fa# Quando la morte mi chiamera', forse qualcuno protestera' Do- La# Re# Sol7 Do- dopo aver letto nel testamento quel che gli lascio in eredita', Fa- Do- Sol7 Do non maleditemi non serve a niente tanto all'Inferno ci sono gia'. Sol7 Do Fa Do Ai protettori delle battone, lascio un impiego da ragioniere, La7 Re- Si7 Mi- perche' provetti nel loro mestiere rendano edotta la popolazione, Fa Do Sol7 Do ad ogni fine di settimana sopra la rendita di una puttana, Fa Do Sol7 Do ad ogni fine di settimana sopra la rendita di una puttana. Sol7 Do Fa Do Voglio lasciare a Biancamaria, che se ne frega della decenza, La7 Re- Si7 Mi- un attestato di benemerenza che al matrimonio le spiani la via, Fa Do Sol7 Do con tanti auguri per chi c'e' caduto, di conservarsi felice e cornuto, Fa Do Sol7 Do con tanti auguri per chi c'e' caduto, di conservarsi felice e cornuto. Sorella Morte lasciami il tempo, di terminare il mio testamento, lasciami il tempo di salutare, di riverire, di ringraziare, tutti gli artefici del girotondo intorno al letto d'un moribondo. Signor Becchino mi ascolti un poco, il suo lavoro a tutti non piace, non lo consideran tanto un bel gioco coprir di terra chi riposa in pace ed e' per questo che io mi onoro nel consegnarle la vanga d'oro, ed e' per questo che io mi onoro nel consegnarle la vanga d'oro. Per quella candida vecchia contessa, che non si smuove piu' dal mio letto per estirparmi l'insana promessa di riservarle i miei numeri al lotto, non vedo l'ora d'andar fra i dannati per riferirglieli tutti sbagliati, non vedo l'ora d'andar fra i dannati per riferirglieli tutti sbagliati. Quando la morte mi chiedera' di restituirle la liberta', forse una lacrima, forse una sola sulla mia tomba si spendera'. Forse un sorriso, forse uno solo dal mio ricordo germogliera'. Se dalla carne mia gia' corrosa, dove il mio cuore ha battuto il tempo dovesse nascere un giorno una rosa la do' alla dona che mi offri' il suo pianto. Per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d'amore, per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d'amore. A te che fosti la piu' contesa, la cortigiana che non si da' a tutti ed ora all'angolo di quella chiesa offri le immagini ai belli ed ai brutti, lascio le note di questa canzone, canto il dolore della tua illusione, a te che sei, per tirare avanti, costretta a vendere cristo ed i Santi. Quando la morte mi chiamera', nessuno al mondo si accorgera' che un uomo e' morto senza parlare, senza sapere la verita'. Che un uomo e' morto senza pregare fuggendo il peso della pieta'. Cari fratelli dell'altra sponda cantammo in coro giu' sulla terra, amammo in cento l'identica donna, partimmo in mille per la stessa guerra, questo ricordo non vi consoli, quando si muore si muore soli, questo ricordo non vi consoli, quando si muore si muore soli.
Fabrizio De Andrè - Il Pescatore
Il pescatore (F.De Andrè)
RE LA RE
All’ombra dell’ultimo sole,
SOL RE
s’era assopito un pescatore
SOL LA RE
e aveva un solco lungo il viso,
SOL RE LA RE
come una specie di sorriso
Venne alla spiaggia un assassino,
gli occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura,
eran gli specchi di un’avventura.
SOL RE
Laralalla la la la la
LA RE
laralallalla la la la
SOL LA RE
laralalla la la la la
SOL RE LA RE
laralalla la la la la
(SOL RE LA RE SOL RE)
(LA)
E chiese al vecchio: ”Dammi il pane,
ho poco tempo e troppa fame”,
e chiese al vecchio: “Dammi il vino,
ho sete sono un assassino”
Gli occhi dischiuse il vecchi al giorno,
non si guardò neppure intorno,
ma versò il vino e spezzò il pane,
per chi diceva ho sete, ho fame.
E fu il calore di un momento,
poi via di nuovo verso il vento.
Davanti agli occhi ancora il sole,
dietro le spalle un pescatore.
Dietro le spalle un pescatore,
e la memoria è già dolore,
è già il rimpianto di un aprile,
giocato all’ombra di un cortile.
Vennero in sella due gendarmi,
vennero in sella con le armi,
e chiesero al vecchio se li vicino,
fosse passato un assassino.
Ma all’ombra dell’ultimo sole,
s’era assopito un pescatore,
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
RE LA RE
All’ombra dell’ultimo sole,
SOL RE
s’era assopito un pescatore
SOL LA RE
e aveva un solco lungo il viso,
SOL RE LA RE
come una specie di sorriso
Venne alla spiaggia un assassino,
gli occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura,
eran gli specchi di un’avventura.
SOL RE
Laralalla la la la la
LA RE
laralallalla la la la
SOL LA RE
laralalla la la la la
SOL RE LA RE
laralalla la la la la
(SOL RE LA RE SOL RE)
(LA)
E chiese al vecchio: ”Dammi il pane,
ho poco tempo e troppa fame”,
e chiese al vecchio: “Dammi il vino,
ho sete sono un assassino”
Gli occhi dischiuse il vecchi al giorno,
non si guardò neppure intorno,
ma versò il vino e spezzò il pane,
per chi diceva ho sete, ho fame.
E fu il calore di un momento,
poi via di nuovo verso il vento.
Davanti agli occhi ancora il sole,
dietro le spalle un pescatore.
Dietro le spalle un pescatore,
e la memoria è già dolore,
è già il rimpianto di un aprile,
giocato all’ombra di un cortile.
Vennero in sella due gendarmi,
vennero in sella con le armi,
e chiesero al vecchio se li vicino,
fosse passato un assassino.
Ma all’ombra dell’ultimo sole,
s’era assopito un pescatore,
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Fabrizio De Andrè - Il Bombarolo
IL BOMBAROLO
RE- DO RE-
Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro
DO SOL
non sa con quanto amore mi dedico al tritolo
LA SOL FA
e' quasi indipendente ancora poche ore
LA- MI7 LA7
poi gli daro' la voce il detonatore
RE- DO RE-
Il mio pinocchio fragile parente artigianale
DO FA
di ordigni costruiti su scala industriale
DO FA DO SIb
di me non fara' mai un cavaliere del lavoro
RE- DO RE-
io son d'un altra razza, son bombarolo
Nel scendere le scale ci metto piu' attenzione
sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone
proprio nel giorno in cui la decisione e' mia
sulla condanna a morte o l'amnistia
Per strada tante facce non hanno un bel colore
qui chi non terrorizza si ammal di terrore
c'e' chi aspetta la pioggia per non piangere da solo
io son d'un altro avviso, son bombarolo
Intellettuali d'oggi idioti di domani
ridatemi il cervello che basta alle mie mani
profeti molto acrobati della rivoluzione
oggi faro' da me senza lezione
Vi scovero' i nemici per voi cosi' distanti
e dopo averli uccisi saro' fra i latitanti
ma finche' li cerco io i latitanti sono loro
ho scelto un'altra scuola, son bombarolo
Potere troppe volte delegato ad altre mani
sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani
io vengo a restituirti un po' del tuo terrore
del tuo disordine, del tuo rumore
Cosi' pensava forte un trentenne disperato
se non del tutto giusto quasi niente sbagliato
cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo
insomma il posto degno d'un bombarolo
C'e' chi lo vide ridere davanti al Parlamento
aspettando l'esplosione che provasse il suo talento
c'e' chi lo vide piangere un torrente di vocali
vedendo esplodere un chiosco di giornali
Ma cio' che lo feri' profondamente nell'orgoglio
fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio
lontana dal ridicolo in cui lo lascio' solo
ma in prima pagina col bombarolo
RE- DO RE-
Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro
DO SOL
non sa con quanto amore mi dedico al tritolo
LA SOL FA
e' quasi indipendente ancora poche ore
LA- MI7 LA7
poi gli daro' la voce il detonatore
RE- DO RE-
Il mio pinocchio fragile parente artigianale
DO FA
di ordigni costruiti su scala industriale
DO FA DO SIb
di me non fara' mai un cavaliere del lavoro
RE- DO RE-
io son d'un altra razza, son bombarolo
Nel scendere le scale ci metto piu' attenzione
sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone
proprio nel giorno in cui la decisione e' mia
sulla condanna a morte o l'amnistia
Per strada tante facce non hanno un bel colore
qui chi non terrorizza si ammal di terrore
c'e' chi aspetta la pioggia per non piangere da solo
io son d'un altro avviso, son bombarolo
Intellettuali d'oggi idioti di domani
ridatemi il cervello che basta alle mie mani
profeti molto acrobati della rivoluzione
oggi faro' da me senza lezione
Vi scovero' i nemici per voi cosi' distanti
e dopo averli uccisi saro' fra i latitanti
ma finche' li cerco io i latitanti sono loro
ho scelto un'altra scuola, son bombarolo
Potere troppe volte delegato ad altre mani
sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani
io vengo a restituirti un po' del tuo terrore
del tuo disordine, del tuo rumore
Cosi' pensava forte un trentenne disperato
se non del tutto giusto quasi niente sbagliato
cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo
insomma il posto degno d'un bombarolo
C'e' chi lo vide ridere davanti al Parlamento
aspettando l'esplosione che provasse il suo talento
c'e' chi lo vide piangere un torrente di vocali
vedendo esplodere un chiosco di giornali
Ma cio' che lo feri' profondamente nell'orgoglio
fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio
lontana dal ridicolo in cui lo lascio' solo
ma in prima pagina col bombarolo
Fabrizio De Andrè - Giovanna D'Arco
Giovanna d'Arco
F. De Andrè- L. Cohen - 1972
sol re
Attraverso il buio Giovanna d'Arco
do sol
precedeva le fiamme cavalcando,
la re
nessuna luna per la sua corazza
la sol re
re7
nessun uomo nella sua fumosa notte al suo fianco.
"Della guerra sono stanca ormai
al lavoro di un tempo tornerei,
a un vestito da sposa o qualcosa di bianco,
per nascondere questa mia vocazione
re re
al trionfo ed al pianto"
re re/re/re/la-/do/sol/re/sol
la la la
re
la la la
re la-
la la la la la la
do
la la la la la la
sol re
la la la la la la
sol
la la la la la la
"Son parole le tue che volevo ascoltare
ti ho spiata ogni giorno cavalcare,
e a sentirti così ora so cosa voglio:
vincere un'eroina così fredda
abbracciarne l'orgoglio"
"E chi sei tu" lei disse divertendosi al gioco,
"chi sei tu che mi parli così senza riguardo"
"Veramente stai parlando col fuoco
e amo la tua solitudine, amo il tuo sguardo"
"E se tu sei il fuoco, raffreddati un poco
le tue mani ora avranno da tenere qualcosa"
e tacendo gli si arrampicò dentro
ad offrirgli il suo modo migliore di essere sposa.
E nel profondo del suo cuore rovente
lui prese ad avvolgere Giovanna d'Arco
e là in alto e davanti alla gente,
lui appese le ceneri inutili del suo abito bianco.
E fu dal profondo del suo cuore rovente
che lui prese Giovanna e la colpì nel segno
e lei capì chiaramente
che se lui era il fuoco lei doveva essere il legno.
Ho visto la smorfia del suo dolore
ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante,
anche io vorrei luce ed amore
ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante.
F. De Andrè- L. Cohen - 1972
sol re
Attraverso il buio Giovanna d'Arco
do sol
precedeva le fiamme cavalcando,
la re
nessuna luna per la sua corazza
la sol re
re7
nessun uomo nella sua fumosa notte al suo fianco.
"Della guerra sono stanca ormai
al lavoro di un tempo tornerei,
a un vestito da sposa o qualcosa di bianco,
per nascondere questa mia vocazione
re re
al trionfo ed al pianto"
re re/re/re/la-/do/sol/re/sol
la la la
re
la la la
re la-
la la la la la la
do
la la la la la la
sol re
la la la la la la
sol
la la la la la la
"Son parole le tue che volevo ascoltare
ti ho spiata ogni giorno cavalcare,
e a sentirti così ora so cosa voglio:
vincere un'eroina così fredda
abbracciarne l'orgoglio"
"E chi sei tu" lei disse divertendosi al gioco,
"chi sei tu che mi parli così senza riguardo"
"Veramente stai parlando col fuoco
e amo la tua solitudine, amo il tuo sguardo"
"E se tu sei il fuoco, raffreddati un poco
le tue mani ora avranno da tenere qualcosa"
e tacendo gli si arrampicò dentro
ad offrirgli il suo modo migliore di essere sposa.
E nel profondo del suo cuore rovente
lui prese ad avvolgere Giovanna d'Arco
e là in alto e davanti alla gente,
lui appese le ceneri inutili del suo abito bianco.
E fu dal profondo del suo cuore rovente
che lui prese Giovanna e la colpì nel segno
e lei capì chiaramente
che se lui era il fuoco lei doveva essere il legno.
Ho visto la smorfia del suo dolore
ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante,
anche io vorrei luce ed amore
ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante.
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